
Abbiamo iniziato a raccontare le materie che caratterizzano la particolarità della proposta didattica del modello STEAM. Un approccio innovativo e unico nel suo genere, che si contraddistingue per il suo essere attivo ed esperienziale, nonché volto a favorire un costante confronto con aziende e mondo produttivo. Lo scopo è quello di stimolare gli studenti a sviluppare un modo di pensare indirizzato al problem-solving, valorizzando le loro capacità e la loro crescita su più livelli.
Ecco quindi che la necessità di alimentare e stimolare una predisposizione di ragionamento e critica che sia trasversale diventa di grande importanza. Ed è proprio qui che si inserisce una materia come “Thinking Skills”: abbiamo chiesto al professor Lorenzo Lasagna, del Liceo Steam International Parma, di raccontarne caratteristiche e potenzialità.
Che tipo di materia è Thinking Skills e quali sono le sue caratteristiche?
“Thinking Skills è una specie di versione 4.0 della Filosofia. Sto scherzando, naturalmente… ma forse neanche tanto. Nelle scuole italiane la filosofia viene insegnata più o meno come all’inizio del secolo scorso: una staffetta lunga 2.700 anni, nella quale filosofi che hanno pensato e scritto le cose più disparate si passano il testimone. Del loro pensiero si studia tutto, anche le parti più anacronistiche e superate che oggi fanno giustamente ridere gli studenti. L’unico legame tra un filosofo e l’altro è la successione temporale: si inizia con l’antica Grecia e si procede avanzando, come in un rastrellamento, fino ai giorni nostri (ma spesso ci si ferma alla metà del Novecento). In questo schema, il metodo delle Thinking Skills opera due grandi rivoluzioni. In primo luogo, il piano cronologico (che non viene abolito) è subordinato a certi temi, ambiti o concetti-chiave (ad esempio la Mente, l’Etica, la Logica, la conoscenza scientifica). In secondo luogo, Thinking Skills non consiste nel ripetere quello che hanno detto i filosofi, ma nel rielaborare criticamente il loro pensiero per la nostra crescita intellettuale”.
E più in dettaglio, quali sono gli argomenti affrontati durante le lezioni?
“Si passa dai grandi concetti che stanno alla base di qualunque ragionamento (cosa intendiamo per Verità? Come si dà una definizione chiara di qualcosa?), alle regole del pensiero (come riconosco un buon argomento da uno cattivo? Cos’è una contraddizione? Cosa significa dire che una cosa è “necessaria”?), ai principi etici (esiste il Bene? Come lo riconosco? L’idea di Bene è immutabile o cambia a seconda dei punti di vista?), sino alle questioni che ci riguardano come esseri pensanti (cos’è la coscienza? E l’intelligenza? Siamo davvero liberi di scegliere?)”.
In termini di apprendimento questo cosa significa, ovvero quali sono gli strumenti che una materia come questa trasmette?
“Si tratta di strumenti cognitivi, naturalmente. Anzitutto, i ragazzi devono imparare che nessuno ha la verità in tasca, nemmeno Aristotele. Nemmeno Hegel, per citare uno che sembrava terribilmente certo del contrario. Invito spesso i miei studenti a cercare i punti deboli delle dottrine filosofiche: “Vi convince questa cosa che ha detto Cartesio? A me no…”. La filosofia è piena di intuizioni meravigliose, ma anche di sciocchezze e di trucchetti che vanno smascherati. Ai filosofi bisogna sempre dare del tu, bisogna metterli alla prova. La seconda consapevolezza che cerco di far nascere nei ragazzi è che ci sono tantissimi problemi senza una soluzione: né di tipo sperimentale, né di tipo logico-dimostrativo. Da almeno 25 secoli discutiamo sull’esistenza dell’anima. E siamo ancora lì a discutere! Nel frattempo abbiamo inventato le TAC, le PET, abbiamo aperto i cervelli, scoperto i neuroni specchio e creato le intelligenze artificiali. Ma la questione resta irrisolta: l’uomo ha solamente un cervello, oppure ha anche un’anima – cioè una mente distinta dal corpo? Nella nostra società pragmatica, una domanda senza risposta è considerata una domanda senza senso. Invece il fatto che un problema non sia stato risolto (e che sia forse irrisolvibile), non significa che dobbiamo smettere di studiarlo”.
Quali interazioni ha Thinking Skills con le altre materie Steam?
“Potenzialmente dialoga con tutte le materie, perché è una disciplina che abilita al ragionamento critico. Credo però che le interazioni più interessanti riguardino ICT e Robotics (cos’è un algoritmo? Cosa significa intelligenza artificiale? In cosa differisce da quella umana?), Physics (come conosciamo la realtà? La realtà è fuori di noi o dipende dalla nostra mente? Cos’è una teoria scientifica, e come la si verifica? La fisica può spiegare tutto?) e naturalmente Arts (il Bello è un concetto relativo o assoluto? L’arte è forma o contenuto?). Ma ripeto: dovunque serva ragionare in modo corretto, lì le thinking skills fanno la differenza”.